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Export agroalimentare da record: i distretti italiani crescono e conquistano i mercati internazionali

Export agroalimentare da record: i distretti italiani crescono e conquistano i mercati internazionali
Vinitaly
23 maggio 2025

Nel 2024 l’export dei distretti agroalimentari italiani ha raggiunto un nuovo massimo storico, superando i 28 miliardi di euro e registrando un incremento del 7,1% rispetto all’anno precedente. Lo evidenzia il Monitor dei Distretti Agroalimentari curato dal Research Department di Intesa Sanpaolo, che conferma l’efficacia del modello distrettuale come motore del Made in Italy nel mondo.

 

I distretti, che rappresentano il 42,5% delle esportazioni del settore agroalimentare nazionale, sono sostenuti dalla Direzione Agribusiness di Intesa Sanpaolo - parte della Divisione Banca dei Territori guidata da Stefano Barrese - che ad oggi supporta 172 filiere coinvolgendo oltre 8.200 fornitori strategici, 21.500 addetti e un giro d’affari aggregato superiore ai 22 miliardi di euro.

 

Tra le filiere protagoniste dell’anno si segnala l’olio, con una crescita record del +40,9%: in particolare, il distretto dell’Olio toscano ha registrato un balzo del +43,5%, con un exploit verso l’Australia (+296%) e una forte esposizione verso gli Stati Uniti (oltre il 40% dell’export). Trend positivi anche per l’Olio umbro (+26,5%) e l’Olio e pasta del barese (+47,6%). Bene anche la filiera della pasta e dei dolci (+7,8%), con performance significative per i Dolci di Alba e Cuneo (+16,5%) e per i Dolci e pasta veronesi (+12,6%).

 

I distretti vitivinicoli superano i 6,7 miliardi nel 2024 (+4%). Il distretto principale, quello dei Vini di Langhe, Roero e Monferrato, arretra leggermente (-1,7%); molto positiva invece la dinamica per i Vini del Veronese (+9,2%), per i Vini dei colli fiorentini e senesi (+9,8%), e per il Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene (+7,3%). Nel complesso, la filiera vitivinicola esporta verso il mercato americano quasi un quarto del suo export complessivo (23%), con punte del 43% per i Vini e distillati di Trento, del 38% per i Vini dei colli fiorentini e senesi e del 27% per il Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene.

 

“Il nuovo record dell’export agroalimentare italiano - ha dichiarato Massimiliano Cattozzi, responsabile Direzione Agribusiness Intesa Sanpaolo - conferma la forza competitiva delle nostre filiere e la crescente domanda internazionale di prodotti di qualità, identitari e sostenibili. La Banca dei Territori, attraverso la Direzione Agribusiness, è al fianco delle imprese con soluzioni concrete per affrontare le sfide globali: nuovi mercati, transizione green, digitalizzazione e ricambio generazionale.”

 

Molto positivo anche l’andamento delle filiere agricole, con l’Ortofrutta romagnola (+14,9%) e le Mele dell’Alto Adige (+18,9%), mentre rallenta la Nocciola piemontese (-15,2%). In crescita la filiera delle carni e salumi (+5,3%), del lattiero-caseario (+6,1%), del caffè (+9,5%) e delle conserve (+3,5%). In lieve calo solo la filiera del riso (-1,7%).

 

A livello geografico, la Germania si conferma primo partner commerciale (+6,9%), seguita da Francia (+4,8%) e Regno Unito (+0,4%). Ma è il mercato statunitense a segnare la progressione più importante (+14,9%), nonostante l’introduzione di nuovi dazi nell’aprile 2025 da parte dell’amministrazione Trump. Olio, vino e latticini sono i comparti più esposti, ma si tratta di produzioni di qualità, spesso certificate DOP e IGP, capaci di mantenere la competitività anche in contesti tariffari sfavorevoli.

 

Le economie emergenti si confermano strategiche nella diversificazione dei mercati: Polonia e Romania crescono oltre il 15%, la Cina torna a correre nel quarto trimestre con un +16,9%.

 

L’impegno della Direzione Agribusiness di Intesa Sanpaolo si traduce in una presenza capillare - 250 punti operativi e circa 1.100 specialisti - e in strumenti di sostegno concreti: solo nel 2024 sono stati erogati oltre 2 miliardi di euro di finanziamenti a medio-lungo termine a favore delle imprese del settore, a conferma di un supporto costante alla competitività dell’agroalimentare italiano nel mondo.

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